L’ arte esorcizza la paura

Ambulatorio a puntate

Ambulatorio Story Puntata 2

L’ ARTE ESORCIZZA LA PAURA

“Ho iniziato a mettere opere d’arte in sala d’attesa,  perché in questo luogo l’arte riscopre  il suo potere principale: quello di suscitare emozioni. E come  nelle opere rupestri , dove il colore mantiene la potenza del soggetto dipinto , ma ne esorcizza la paura, anche qui in ambulatorio la paura delle persone verso la malattia viene esorcizzata dall’arte. “

E anche in questo caso il dr Ravazzani si rivela un attento osservatore della psiche umana.

Popola man mano la sala d’attesa di opere d’arte perché le persone che sostano in questo luogo sono in quel momento molto recettive.

Hanno tempo, hanno la mente ingombra dal loro problema, hanno voglia di evadere, non hanno voglia di parlare tra loro se non in pochi casi. Le opere artistiche aiutano a distogliere il pensiero dal peso più o meno grave  che sopportano in quel momento. Le persone guardano le opere e riscoprono il linguaggio dell’arte.  Ognuno in quel momento ci legge un qualcosa di diverso. Tutti però leggono lo stesso linguaggio: quello delle emozioni.

” Il primo artista che ha popolato l’ambulatorio è stato Gino Garrone – spiega Ravazzani -. Ha prodotto delle opere molto spiritose,  dove il suo cagnolino fa incursione all’interno di opere  d’arte contemporanea. E lo sguardo di questo cagnolino all’interno delle opere è come lo sguardo della gente comune di fronte all’arte contemporanea”.

Ma il dr Romano Ravazzani , non si ferma alla sala d’attesa. Dopo pochissimo tempo anche nel suo studio compaiono oggetti legati alla pubblicità e alla pop art.

” Tra la pop Art e la pubblicità c’è un legame molto forte. Una influenza l’altra,  così ho pensato ma perché Andy Warhol sì e Pietro Gallina e Santo Alligo no? Così ho iniziato a inserire oggetti ora considerati cult come Caballero, Carmencita e Papalla, dando spazio artistico anche a questi grandi nomi di creatori pubblicitari”.

Anche qui il passo è stato breve. In poco tempo lo studio di visita, il luogo privato per eccellenza dove le persone si siedono di fronte al medico per ascoltare la loro diagnosi si popola di personaggi come Miguel ( son sempre mi) , Caballero e Carmencita, Pippo l’ ippopotamo , la mucca Carolina.

Quasi come se di fronte a questi personaggi di fantasia , che hanno riempito l’infanzia e l’adolescenza di tutti noi, il peso della malattia risultasse più lieve. Anche questa è arte. Perché creare è arte, perché esorcizzare le paure è in fondo la più grande forma d’arte. Ne  abbiamo bisogno tutti. Non serve essere profondi conoscitori d’arte.  L’arte non fa distinzioni . L’arte deve far evadere, sognare, suscitare emozioni, sentimenti. Qui all’ambulatorio questo succede. Tutti i giorni.

Segue…

Alla prossima puntata

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